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Come sviluppare attività e programmi legati al well-being e mental-health attraverso la propria collezione museale

Credit: Almigdad Aldikhaiiry, Degrees of Separation, 2019

Sempre più studi suggeriscono come “fare esperienza” di qualsiasi forma d’arte possa migliorare lo stato di benessere di una persona. 

Per John H. Falk, direttore esecutivo dell’Institute for Learning Innovation, l’individuo trova nel museo un luogo di ispirazione dove l’esperienza museale è in grado di migliorare il proprio stato di benessere.

J.H. Falk delinea nei suoi studi quattro aree di benessere che una persona riesce a raggiungere grazie all’esperienza di visita al museo:

  • Personal Well-Being – I musei catalizzano meraviglia, interesse e curiosità, fattori in grado di promuovere consapevolezza e identità personale. Riescono a creare momenti di serendipità e suscitano nell’individuo legami, connessioni, appartenenza e armonia con la società e il mondo naturale;
  • Intellectual Well-Being – le istituzioni museali supportano le persone nella ricerca delle connessioni con la propria Storia e le conoscenze del passato, per capire quali abilità e attività sono sopravvissute fino ai giorni nostri, dando così una direzione per la costruzione di un futuro più informato e consapevole;
  • Social Well-Being – I musei sono in grado di creare senso di appartenenza attraverso i prodotti culturali esposti verso un cluster, un gruppo, una comunità più ampia oppure verso la società;
  • Physical Well-Being – i musei storicamente sono percepiti come ambienti sicuri, sani, centri di coinvolgimento creativo che consentono alle persone di riunirsi (fisicamente o virtualmente), interagire, esplorare, giocare e divertirsi senza paura o ansia.

Se sempre più studi dimostrano che i musei combattono lo stress, riducono l’isolamento sociale, aumentano l’autostima, quali sono le forme e le modalità in cui si può raggiungere ed estendere tale beneficio ad un’audience più ampia, con un occhio di riguardo a chi ha maggior difficoltà di accesso per fattori economici e sociali? 

Programmi e attività di well-being and mental-health

Dal 31 gennaio al 2 febbraio, MuseumNext ha organizzato un summit internazionale dove sono state condivise le attività e i programmi focalizzati sul benessere degli utenti e della salute mentale provenienti da tutto il settore museale mondiale.

I case study presentati in conferenza possono essere suddivisi in tre modalità in cui le collezioni museali possono essere utilizzate per sostenere la salute e il benessere dei vari stakeholder.

1. Collezioni a supporto della formazione dei professionisti

Uno studio del 2018 pubblicato su Academic Medicine ha dimostrato come l’intuizione dell’artista Anne Willieme, founder di un programma (ArtMed inSight) in cui viene utilizzata l’arte per migliorare la percezione e la comunicazione nel settore medico, abbia sviluppato nei partecipanti una maggior tolleranza all’incertezza e ci sia stato un miglioramento nel loro metodo di riflessione.

Ad esempio, il Groninger Museum ha collaborato con il Centro medico universitario della città di Groningen per sviluppare delle attività in cui la collezione d’arte del museo viene utilizzata per la formazione dei futuri medici.

L’enorme stress provocato negli ultimi anni dalla pandemia COVID-19 ha portato il museo a creare un programma specifico per salvaguardare il benessere e lo stato di salute dei medici nella loro formazione.

Grazie a questi workshop il Groninger Museum è riuscito a ridurre lo stress dei tirocinanti e a migliorare alcune delle loro competenze come l’empatia, l’ascolto e l’osservazione.

2. Collezioni a supporto del benessere e dello stato di salute del pubblico

Le collezioni museali possono essere utilizzate in modi innovativi e spesso sorprendenti per sostenere la salute e il benessere del proprio pubblico. Un esempio sono i progetti multidisciplinari che utilizzano la propria collezione per la creazione di programmi legati alla mindfulness meditation.

Come accennato in un precedente articolo, il programma sviluppato dal Rubin Museum, prevede sessioni settimanali di mindfulness meditation ispirate alle opere d’arte del museo e guidate da un professionista. Ogni seduta viene registrata per renderla accessibile per l’ascolto on demand.

Un altro modo per supportare lo stato di salute e raggiungere il proprio pubblico al di fuori delle mura del museo è attraverso la creazione di art kit

Il progetto più conosciuto è Your Met Art box, un’iniziativa del Met Museum per promuovere la connessione e il benessere attraverso la creazione artistica. L’art kit, consegnata una volta al mese alle persone costrette in casa, contiene quattro riproduzioni di opere del museo e alcune domande per riflettere e interagire con pratiche creative.

Anche le National Galleries of Scotland, insieme all’ospedale infantile di Edimburgo, ha creato gli Art Helps Packs, dei kit con all’interno i materiali artistici per i pazienti dell’ospedale.

Un altro esempio legato ad un target differente è il Meet Me at MOMA, un progetto sviluppato dal 2007 che dà la possibilità ai visitatori affetti dalla sindrome di Alzheimer di poter frequentare più volte il museo con i loro assistenti ed essere guidati nelle sale da educatori artistici qualificati.

3. Collezioni a supporto della divulgazione di problemi legati alla salute mentale

Alcuni musei accolgono già all’interno della loro collezione delle storie legate alla salute mentale. Solo negli ultimi anni questo aspetto è stato preso in considerazione per poterlo approfondire all’interno dell’esperienza contemporanea.

La mostra George III: the mind behind the Myth, sviluppata dal Kew Palace, è legata alla figura di re Giorgio III e del suo ultimo periodo caratterizzato da problemi fisici e mentali. Per affrontare il tema della mostra, il team del Kew Palace è stato formato per affrontare con il pubblico discorsi delicati come il suicidio e i problemi legati alla psiche umana.

Il Van Gogh Museum ha iniziato ad affrontare apertamente la malattia mentale del famoso artista. Il team del museo ha deciso di collaborare con le comunità locali per creare un programma sulla salute mentale che mira a promuovere il dialogo, offrire strumenti creativi per sostenere il proprio stato di benessere e promuovere la diversità.

Un altro esempio su come utilizzare la collezione a supporto della salute e del benessere è un seminario scolastico sviluppato dal London’s Jewish Museum.

Lo scopo del seminario era lo sviluppo della consapevolezza emotiva nei più giovani: oltre a spiegare ciò che ha comportato l’Olocausto attraverso la vita e le raccolte del museo, i bambini hanno potuto esplorare i propri sentimenti riguardo la convivenza con il dolore ed il momento della perdita.

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