Uno spazio per tutt*: cosa rende uno spazio culturale attento alle esigenze del proprio pubblico?

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Case study: National Theatre di Londra

Credit: Rob Youngson

Negli ultimi anni, un numero crescente di istituzioni culturali hanno cominciato a sviluppare formule di fruizione dei propri servizi che tengano conto delle crescenti richieste di attenzione verso il benessere psico-fisico del pubblico e un miglior livello di accessibilità da parte di utenti diversi.

Un esempio italiano è il Baby Pit-Stop del Museo Nazionale di Ravenna, un’area strutturata all’interno del museo dove è possibile accudire, allattare e occuparsi delle piccole cure necessarie ai bambini, dando la possibilità di visitare il museo senza preoccupazioni.

Essere un aggregatore civile, d’incontro, di dialogo, di sperimentazione, di sviluppo culturale aperto a tutti, infatti, impone un’attenzione maggiore all’accesso di molteplici fasce di pubblico che – fino ad ora – sono state prese poco in considerazione nella gestione e nella programmazione dei propri eventi. 

Cosa si può fare per diventare un luogo attento alle esigenze del proprio pubblico?

Uno spazio per tutti: il National Theatre di Londra

“The National Theatre must be its own advertisement – must impose itself on public notice, not by posters or column advertisements in the newspapers, but by the very fact of its ample, dignified and liberal existence. It must bulk large in the social and intellectual life of London… It must not ever have the air of appealing to a specially literate and cultured class. It must be visibly and unmistakably a popular institution, making a large appeal to the whole community… It will be seen that the Theatre we propose would be a National Theatre in this sense, that it would be from the first conditionally – and, in the event of success, would become absolutely – the property of the nation.”

Prefazione (1904) A National Theatre: Scheme and Estimates di William Archer e Harley Granville Barker, Londra

Dal 1963, il National Theatre di Londra ha raccolto ed interpretato questa advocacy trasformandola nella mission che ne guida le azioni e le scelte strategiche: “The National Theatre’s mission is to make world-class theatre, for everyone”.

La volontà di essere un luogo più inclusivo, diversificato e sostenibile impone un’attenzione costante verso la capacità di rendere accessibili a più segmenti di pubblico le opere culturali prodotte all’interno della stagione teatrale.

L’istituzione è riuscita nel tempo a inserire nei suoi programmi una serie di iniziative in grado di ascoltare le esigenze della propria audience, dando la possibilità ad una più ampia platea di vivere la magia dello spettacolo dal vivo.

Quando si pensa all’accessibilità, delle soluzioni che arrivano soventi riguardano le attività legate al mondo digitale, una realtà a portata di una grande fetta di pubblico dove i contenuti possono essere sempre disponibili. 

Un esempio dei loro programmi digitali sono il National Theatre Live, che trasmette alcuni dei migliori spettacoli teatrali britannici in oltre 2.500 sedi in 65 Paesi, la National Theatre Collection che mette a disposizione le registrazioni di spettacoli per le scuole del Regno Unito e il settore dell’istruzione globale e la piattaforma di streaming National Theatre at Home.

Questi strumenti permettono ad un pubblico worldwide di accedere a dei contenuti con cui difficilmente sarebbero entrati in contatto.

Tuttavia, esiste una parte di pubblico potenziale a cui piacerebbe accedere all’esibizione dal vivo, ma a causa di barriere psicologiche, cognitive o fisiche non si sente adatto a vedere la performance a teatro.

Di solito queste tipologie di pubblico potenziale non vengono prese in considerazione quando si stila il programma teatrale. Così facendo, le persone che vorrebbero accedere al luogo di cultura per motivi fisici o cognitivi si sentono inadeguate e non prendono parte ad eventi culturali. 

Per questo motivo, al National Theatre vengono stabilite delle repliche ben strutturate in cui le persone possono accedervi senza sentirsi a disagio. Infatti, in una stagione teatrale possiamo trovare:

Captioned performances

Esibizioni sottotitolate con il testo sugli schermi nella parte anteriore dell’auditorium in modo che anche i non udenti e gli ipoudenti, o chiunque desideri leggere, possano godersi la performance.

Legate a questa iniziativa, il teatro ha messo a disposizione degli Smart caption glasses, occhiali con didascalia intelligenti che grazie alla trascrizione del dialogo e le descrizioni del suono visualizzate sulle lenti degli occhiali, possono essere utilizzate da individui con problemi di udito.

Audio-described performances and Touch Tours

Esibizioni “audio-descrittive” dove il dialogo degli attori è intervallato dalla descrizione audio ascoltate in cuffia dall’utente. All’inizio della performance è prevista una breve sessione di “programme notes”, che spiega l’atmosfera, i costumi, i personaggi e l’azione e un touch tour per i clienti non vedenti e ipovedenti per familiarizzare con il set prima dello spettacolo.

Spettacoli in lingua dei segni britannica 

Grazie ad interpreti della lingua dei segni britannica, le performance vengono tradotte in BLS.

Sensory Adapted Performances 

Spettacoli completamente adattati ai sensi, per andare incontro ad utenti con una condizione di spettro autistico, epilessia o difficoltà di apprendimento.

Gli utenti possono vivere l’esperienza teatrale grazie ad un ambiente più rilassato grazie a modifiche tecniche apportate alla produzione, come le regolazioni degli effetti luminosi e sonori.

Queste esibizioni consentono anche il rumore e il movimento nell’auditorium, prevedono un’area relax per chi potrebbe aver bisogno di un po’ di tempo lontano dallo spettacolo e rientrare quando necessario.

Relaxed Environment performances 

Come per le Sensory Adapted Performances, a questi spettacoli è consentito il rumore e il movimento nell’auditorium, il rientro quando necessario e un’area relax per chi ha bisogno di tempo lontano dallo spettacolo.

Le relaxed environment performance sono repliche adatte a chiunque abbia la necessità di poter fare rumore, uscire e tornare al proprio durante lo spettacolo. Queste possibilità danno così accesso ad un’audience appassionata di teatro con demenza, ansia, sindrome di Tourette, una condizione dello spettro autistico o una difficoltà di apprendimento.

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Come diventare un luogo attento alle esigenze del proprio pubblico

Formulare programmi e attività che possono supportare l’individuo nel superamento non solo di barriere architettoniche, bensì di barriere cognitive e psico-sensoriali è la sfida che dovranno cogliere le istituzioni del futuro, per rendere l’esperienza culturale accessibile a tutt*.

L’utilizzo di strumenti digitali è uno dei metodi per avvicinare un pubblico che difficilmente sarebbe entrato in contatto con il prodotto culturale a causa della distanza, ma non è il solo da poter implementare.

Un’istituzione culturale ha bisogno di essere un luogo per il pubblico, che dà accesso fisico ai propri spazi dando la possibilità di vivere l’esperienza dal vivo. 

Le barriere all’ingresso non sono solo fisiche, come abbiamo potuto vedere dalla programmazione del National Theatre di Londra, ma afferiscono ad un più ampio pubblico che per varie esigenze necessita di un luogo più adatto al loro essere. 

Accogliere questa sfida, in ultimo, gioverà sia gli individui che in questo momento desiderano entrare nei luoghi di cultura (ma non si sentono presi in considerazione), che le istituzioni culturali che sviluppando programmi, attività e spazi adatti ai bisogni della propria community sarà in grado di ampliare il proprio numero di visitatori.

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