Quale ruolo per i musei nella sfida al cambiamento climatico
Il 29 e il 30 luglio 2021 (nell’Anno internazionale dell’economia creativa per lo sviluppo sostenibile) si è tenuto a Roma il G20 della Cultura, un’assemblea internazionale che dal 2008 riunisce le 20 maggiori economie mondiali (oltre a 40 delegazioni invitate). Questo appuntamento è stata un’opportunità per riportare sul tavolo del dibattito internazionale l’importanza chiave della Cultura come motore di sviluppo e di rigenerazione, anche in chiave di risanamento post-pandemico.
L’evento è stato il momento finale di un lavoro pluriennale, sfociato nella Dichiarazione di Roma, un documento programmatico che in cui sono stati riportati principi fondamentali e relative linee programmatiche e d’azione assunte dai principali Paesi industrializzati del mondo per la crescita del settore culturale a livello globale.
Focus punto 3: Azioni per affrontare il cambiamento climatico
La Cultura è stata intesa come potente strumento per innescare pratiche sociali volte a migliorare il futuro del pianeta, rafforzando il senso di inclusione sociale e sostenibilità, attraverso l’inserimento, nelle politiche culturali, di azioni per il miglioramento del clima, la promozione della progettazione internazionale e della cooperazione a livello scientifico (con l’obiettivo di contribuire ad individuare principi e standard internazionali di conservazione e tutela dell’ambiente e del patrimonio).
Dalla Dichiarazione all’Azione!
Delle 32 linee di intervento individuate dalla Commissione, che corrispondono alle azioni relative ai 5 principi fondatori, soltanto 3 sono dedicati al tema del cambiamento climatico. In linea generale, la Dichiarazione fornisce indirizzi che necessitano di essere tradotti in formule di policy-making ed azioni operative da applicare partendo dal livello territoriale nazionale fino a quello locale per toccare le singole organizzazioni.
I musei alla guida del cambiamento
Analizziamo allora alcuni esempi di iniziative organizzate dai musei italiani che rappresentano buoni esempi pratici per capire come le istituzioni culturali possano agire da facilitatrici ed attivatrici di una coscienza comune rispetto al cambiamento climatico.
Polo del 900 Torino. I Venti dell’Ambiente – è un programma di eventi che si pone in continuità con il progetto Mondi (in)sostenibili (2019-2020). Intende affrontare i problemi legati al cambiamento climatico e alle sfide ambientali, con un focus sulla sostenibilità. Fra le varie collaborazioni, quella con Nesta – agenzia di innovazione sociale britannica – mira a indagare il rapporto fra arte e scienza in relazione al cambiamento climatico, mentre quella con DIATI – Dipartimento Ingegneria Ambientale e Territorio del Politecnico di Torino – si concretizzerà in nel ciclo di incontri tematico “Conversazioni in Biblioteca”.
Museo del Novecento Firenze. The Wall – Sustainable Thinking Evolution – si trova al piano terra del museo: si tratta di 12 metri di racconto “verticale” in continuo aggiornamento, in cui vengono mostrati eventi, fenomeni culturali, architetture che costituiscono racconti di come il rapporto fra l’uomo e la natura, alla base del concetto di sostenibilità, si sia trasformato nei secoli. L’attenzione viene posta sulle innovazioni nel campo dei materiali da costruzione e dell’architettura.
Museo di Storia Naturale Verona. Everyday Climate Change. Fotografare il cambiamento climatico – Tra il 6 ottobre 2018 ed il 13 gennaio 2019 il museo ha ospitato una mostra realizzata in collaborazione con il Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri in cui sono state presentate 70 fotografie ed un documentario-cortometraggio, tutto incentrato sul tema del cambiamento climatico, interpretato dall’occhio esperto e attento di 27 fotografi di fama mondiale. Oltre a conferenze ed eventi dedicati, è stata allestita una sezione dedicata agli studi e le ricerche del Museo di Storia Naturale.
MAXXI Roma. DataMeditation. Una meditazione per l’ambiente è un workshop nato da un’idea degli artisti Salvatore Iaconesi ed Oriana Persico, che si concentra su una pratica di meditazione mediata dalle tecnologie. I partecipanti possono imparare a generare dati in modalità autobiografica per comprendere il loro rapporto con il cambiamento climatico, l’habitat in cui viviamo e la società. I dati generati, visualizzati e sonorizzati a creare un’esperienza sensoriale in forma anonima ed aggregata, verranno trasformati in un’opera partecipativa esposta nel museo.
MANN Napoli. Capire il cambiamento climatico – il Museo Archeologico Nazionale di Napoli in collaborazione con National Geographic ha organizzato una mostra immersiva tra ottobre 2019 ed agosto 2020 per approfondire le cause e gli effetti del riscaldamento globale. Un percorso esperienziale per comprendere come si è trasformata la Terra a causa dei disastri e disagi legati alla situazione climatica. La mostra è stata anche un invito a riflettere su come i gesti quotidiani di ognun* possano contribuire a ridurre i rischi nel futuro.